Scena & Schermo 2007 parte 5°








70510 - Prima di "Schegge" al Nuovo Teatro Colosseo: FOLLIA E MORTE NEL FATTO STA.
Interessante, poetico e assurdo il doppio monologo de "Il fatto sta".

di Carlo Rosati

Roma - Concluse le quattro serate del Tordinona, le "Schegge d'autore" si sono spostate al "Nuovo Teatro Colosseo" dove sono stati proposti i nuovi spettacoli in concorso che iniziano con "Rosso" di Roberto Rosso messo in scena da Renato Capitani con Pietro Olivieri che interpreta il calciatore Stefano Golia, mentre Pierluigi Littera è il massaggiatore Di Samo e lo stesso Capitani interpreta il dirigente Molinari. Un discorso sul mondo del calcio e sui calciatori ambientato in uno spogliatoio dove troviamo uno dei campioni della Serie A, Stefano Golia, esplulso dall'arbitro. Qui si consuma una delle pagine del calcio di oggi, di un campione sardo cresciuto nel mondo di Gigi Riva, il celebre rombo di tuono. Uno spettacolo che si svolge tra tutti i luoghi comuni del calcio professionistico, quasi una Moggi Story, ma anche uno spettacolo ben articolato che passa dai sogni del calciatore alla sua corrotta realtà, che per me ha soltanto un difetto, ma macroscopico, presenta un calciatore non con la maglia, il numero, il suo nome, ma con una maglia nera che lo condanna all'inferno: penso che sia una scelta.
Trovo teatralmente più valido, più incisivo e coinvolgente, il doppio monologo di Rosario Palazzolo con il primo dei suoi protagonisti che ci prospetta il rebus tra l'uomo di testa, l'uomo di mano e l'uomo di piedi per spiegarci il cinismo della società moderna, un monologo strillato alla siciliana, tra due monologhi, in un discorso filosofico sul filo d'erba pirandelliano; soltanto che lì, con Pirandello, tutto è compassato e ragionato, qui viene strillato, ma non è meno valido. Un buon lavoro con due ottimi interpreti. La terza "scheggia" della serata è "I lunghi silenzi" di Carla Guidoni che riporta da una madre, alla figlia, con una lettera, la sua vita che sta per concludersi. In questo lavoro c'è la malinconia per il tempo che passa od è già passato. Uno spettacolo valido tra gli affetti e il tempo vissuto.

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