Scena & Schermo 2007 parte 4°









70505 – Conclusa la prima parte di "Schegge" al Tordinona: IL MARE DI SALVO, I "CHILDREN" DI TRAMONTANO.
Cresce ancora questa rassegna che avrebbe bisogno di una maggiore attenzione.

di Carlo Rosati

Roma – Si conclude con i corti di ieri la prima parte di "Schegge d’autore" al Tordinona, che si chiuderà domenica 6 maggio, mentre il 7 ci sarà la serata dei poeti-scrittori. Martedì 8 le "Schegge" continueranno la loro presentazione al Nuovo Teatro Colosseo, prima della serata finale di premiazione del 20 maggio. Una rassegna che ieri ha mostrato la sua crescita e che ha soltanto bisogno di una maggiore attenzione degli enti teatrali, perché il corto è un’ interessante presentazione di nuovi autori, nuovi registi e nuovi attori. Le attuali "Schegge" già interessano autori e attori noti, ma sarebbe interessantissima e promozionale se coinvolgesse i "big" di un teatro che resta il parente povero dello spettacolo che in televisione si mostra con i "divini": da Vespa a Santoro, da Conti alla Ventura, dalla sorridente, strillona e per molti simpaticissima Simona alla più brava e sorridente Alessia, dal redivivo Funari a Conti, per non parlare di quelli dal professionale stile di valido "rappresentante" aziendale, come Emilio Fede e Gerry Scotti, che farebbero la fortuna di ogni prodotto.
Ieri la quarta serata delle "schegge" è iniziata con "Sottosopra" di Germana Angelini che l’ha interpretata insieme all’interessante Katia Ialongo. Un mondo che come afferma il titolo è sottosopra con le protagoniste isolate dal pavimento, confinate su un tavolo: due corpi di svitate che squittiscono cercando affannosamente qualcosa o qualcuno. Due trasposizioni dei clochards di Beckett che chiedono agli altri dove sono, ed affermano "lo so che ci siete" disegnando la paura, la paurina e la paurona; ma anche due esseri, due corpi che non attendono nessun Godot, tanto è vero che una voce fuori campo annuncia che il tubo dell’antenna è stata riparata. Li segue il brillante corto di Lina Maria Ugolini "Le messe in piega", sapientemente messo in scena da Gianni Salvo e magnificamente interpretato da Tiziana Bellassai e da Mario Caruso, il parrucchiere Antonio Ciocca: il migliore con la lacca. Una "scheggia" che si svolge tra gli applausi di un mare scenografico naive illuminato dal sole con le tre mature "femmine" che mostrano le messe in piega di Antonio Ciocca, il mago della lacca e del fon, con la rossa, la mora e la bionda che alla fine si trovano rovinate le loro "messa in piega" dagli schizzi d’acqua dei ragazzi sulla spiaggia. Un corto che svolge nell’ironia la padronanza di un regista come Gianni Salvo, nel testo dell’Ugolini mosso dalle musiche di Joe Schettino e sottolineato dal trionfo degli spettatori del Tordinona. Di altro genere, ma non meno interessante, si rivela il "corto" in concorso: "Children" di Antonio Tramontano. Più che un testo quello di Tramontano e del progetto sperimentale d’insieme del Dams di Salerno si rivela come una vera e propria "installazione", alla stregua di una pittura visuale che non sfigurerebbe, ma troverebbe notevoli estimatori anche ai Giardini dell’Arsenale della Biennale di Venezia. Unendo tutte le arti Tramontano lega la pittura alla danza, la scultura naif all’espressione, il disegno diretto alla poesia dell’unico momento parlato, quello poetico-salernitano sui bambini, i "children" del titolo, in un grande momento d’espressione artistica.
Su "Un eroe", un eroe morto in guerra, è incentrato il monologo "fuori concorso" di Carlangelo Scillamà interpretato e diretto con grande intensità da Monica Menchi. E’ una rivendicazione vedovile vissuta come un abbandono con un "eroe", come afferma la protagonista, che non è un eroe, "perché un eroe torna sempre a casa", anche se lo giustifica affermando che non è dipeso da lui. Ora aspetta un figlio: il figlio di un eroe che non avrà un padre. Meno intenso, ma forse più spettacolare e visibile è l'altro testo "fuori concorso" di Lucio Castagneri "L’ultima replica", interpretato da Roberto Belli, Roberta Marcucci e Claudia Potenza. Sono due attrici ed un attore che in un palcoscenico senza spettatori recitano l’ultima replica di Salomé con tutte le maledette sensazioni della nudità, della danza dei setti veli e della gelosia.

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