di Angelo Pizzuto, settembre 2010
Scritto da Angelo Pizzuto .
L'intervista
Segni e Sogni di Erodiade.
Segni e Sogni di Erodiade.
Conversando con Luisa Sanfilippo
Teatro Tordinona di Roma
Dal 18 al 31 ottobre 20010
L' Enpa presenta: “Rassegna Salomè" A cura di Lucio Castagneri.
"Salomè" di Oskar Wilde, Adattamento e regia Alessandro Iori.
"Nel nome di Salomè" di Lucio Castagneri.
"Salolita" di Renato Capitani
"Lady Herodias, il sogno" di e con Luisa Sanfilippo
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Roma- Luisa Sanfilippo nella sua maturità di commediografa e interprete ritorna al teatro con un suo monologo d’amore “Lady Herodias, il sogno”, testo che scaturisce da una nuova consapevolezza intrisa di sofferenza dell’esistere. Le chiediamo le motivazioni, la scelta di aderire al progetto attraverso il suo nuovo "elaborato" teatrale.
-La mia adesione alla “Rassegna Salomè” nasce a seguito di una specifica richiesta fattami da Lucio Castagneri, che mi ha voluto coinvolgere in questo interessante canale di collaborazione costituito da un ristrettissimo gruppo di autori scelti allo scopo di garantire un alto livello all’iniziativa. Ho preferito scrivere e interpretare il personaggio di Erodiade perchè credo sia la figura centrale del dramma vista nella sua immensa solitudine e amarezza.
Nell’Erodiade da me proposta il mito della giovinezza e della bellezza - riferito a Salomè - non è più il centro intorno a cui ruotano gli avvenimenti. Erodiade è sempre più disperata nella sua ricerca di assoluto, di qualcosa che va oltre. Ed è proprio in questo stato interiore proiettato verso l’estremo che scaturisce la scrittura del mio testo costruito sull’ enigma di questa femminilità colta in un lento disfarsi e precipitare nel nulla,
Il titolo del suo lavoro “Lady Heròdias, il sogno” ha forse una dimensione scritturale onirica?
Nell’Erodiade da me proposta il mito della giovinezza e della bellezza - riferito a Salomè - non è più il centro intorno a cui ruotano gli avvenimenti. Erodiade è sempre più disperata nella sua ricerca di assoluto, di qualcosa che va oltre. Ed è proprio in questo stato interiore proiettato verso l’estremo che scaturisce la scrittura del mio testo costruito sull’ enigma di questa femminilità colta in un lento disfarsi e precipitare nel nulla,
Il titolo del suo lavoro “Lady Heròdias, il sogno” ha forse una dimensione scritturale onirica?
-Probabilmente perché il sogno, in genere, può essere considerato una descrizione infedele della realtà che viene elaborata e perfezionata a secondo delle proprie esigenze creative. Nel gioco dei prestiti, delle contaminazioni e delle contrapposizioni letterarie sull’argomento (dalla Salomè di Wilde, all’ Herodias di Jules Massenet, e Giovanni Testori ) ho immaginato una Erodiade che col passare del tempo – tempo di passioni, desideri bordeline inconfessabili – ha elaborato la sua realtà oltre il vissuto: non ha cancellato i trascorsi funesti ricordi (aver determinato il crudele destino di Giovanni Battista), ma li ha trasformati in materiale onirico e dunque in potenzialità introspettiva ed intensità emotiva.
Quali le azioni, in chiaroscuro, che compongono la sua personalità?
- In Lady Erodiade, immaginata in età matura, sembra quasi che questa sua introspezione - cercando di fare il resoconto del proprio vissuto retroattivo - voglia ridimensionare lo spazio della sua complessa e deviante esistenza; sembra che voglia, addirittura, riscattarsi dai pregiudizi, da un insieme di negatività che l’hanno inchiodata ad una immagine di donna-simbolo di spietatezza interiore.
Quali le azioni, in chiaroscuro, che compongono la sua personalità?
- In Lady Erodiade, immaginata in età matura, sembra quasi che questa sua introspezione - cercando di fare il resoconto del proprio vissuto retroattivo - voglia ridimensionare lo spazio della sua complessa e deviante esistenza; sembra che voglia, addirittura, riscattarsi dai pregiudizi, da un insieme di negatività che l’hanno inchiodata ad una immagine di donna-simbolo di spietatezza interiore.
...E i processi storici, letterari che ne hanno maturato il mosaico dell' immagine scenica.... ?
-Pur nella sua precaria coscienza, la principessa sembra avvertire il peso della condanna di essere stata la “mandante” o complice di un gesto eclatante; di aver costretto la figlia Salomè a danzare per Antipa (celando e negando pubblicamente questa sua iniziativa), in modo da ottenere la testa decapitata del Battista.
Il sognare di Erodiade può sembrare solo un resoconto dell’azione delittuosa compiuta?
- Nelle sue esplorazioni oniriche l’ego di Erodiade, determinato e a volte astioso, sembra d’un tratto diventare impalpabile, comincia a sciogliersi, confessarsi (mentre Lei dorme un’altra Erodiade si desta). Ma il sognare della principessa ebraica e anche proiezione di una voglia di riaccostarsi al Battista con un’ottica differente – non priva di sentimenti contraddittori - desiderando soprattutto la sua indulgenza e benevolenza.
- Nelle sue esplorazioni oniriche l’ego di Erodiade, determinato e a volte astioso, sembra d’un tratto diventare impalpabile, comincia a sciogliersi, confessarsi (mentre Lei dorme un’altra Erodiade si desta). Ma il sognare della principessa ebraica e anche proiezione di una voglia di riaccostarsi al Battista con un’ottica differente – non priva di sentimenti contraddittori - desiderando soprattutto la sua indulgenza e benevolenza.
Nel suo auto osservarsi, affiora nel testo qualche motivazione che spinse Erodiade a compiere quel gesto così eclatante?
Nel lavoro ho cercato di capire – naturalmente sono supposizioni - le motivazioni che l’hanno spinta a compiere quel gesto delittuoso. Tale gesto potrebbe aver avuto origine, non solo perché aveva intuito il pericolo di essere defraudata del suo regno a causa della forte attrazione che il Re Erode Antipa provava per Salomè, ma anche da conflitti interiori inestricabili con radici molto più profonde. Nella resa scenica Erodiade cerca di aggrapparsi al suono della propria voce fatta di ricordi, gelosie, imprecazioni, tentativi di trasfigurare le sue controverse passioni nel linguaggio simbolico molto vicino ad una desiderata redenzione. E’ solo un tentativo, non una certezza.
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