Scena & Schermo 2007 parte 7°








70517 - Al Nuovo Colosseo: GLI "IMPIEGATI" TRA LE "MALATTIE D'AMORE".

Settima ed ottima serata delle "Schegge" con i corti di Gabriella Nicolosi, Mistichelli, Mocci, Anna Cantagallo e Poggi.

di Carlo Rosati

Roma - Grande serata quella che si conclude oggi per le "Schegge d'autore" al Nuovo Colosseo, sia per la bontà e la recitazione dei corti presentati che per la partecipazione di un numeroso pubblico, indubbiamente interessato al teatro, ma soprattutto ad omaggiare e difendere i propri beniamini tanto da seguirli immediatamente, alla fine degli applausi, che sono arrivati però da tutto il pubblico, nel loro immediato dopo teatro, nelle cene, perdendo così l'occasione di seguire i lavori, per riconoscere pregi e difetti degli altri partecipanti, e magari rivedere e correggere i propri errori.
Ha aperto "Il sole freddo" di Gabriella Nicolosi che l'ha anche diretto e interpretato unitamente a Rosario Belli, Laura Giulia Cirino, Claudia Potenza, Massimo Provinciali e Luciana Tummino. Un lavoro che si svolge nelle pieghe di un teatralissimo racconto che passa dal flashbeck all'azione con un professore di quarant'anni rimasto da poco orfano dell'amorevole mamma e si accorge, guardando dalla finestra, di avere davanti una bellissima ragazza con la "pelle liscia come quella del prosciutto cotto". E Carlo s'invagisce di Samantha, le scrive, si amano a distanza come si conviene ad un vecchio ragazzo asfissiato dalla mamma e accudito dalla bravissima governante che ci racconta la storia, ma alla fine gli viene svelato il lavoro della sua Samantha, quello più vecchio del mondo. Carlo non può che tornare alla sua depressione. Un ottimo corto che si fa ammirare, soprattutto, per la sua regia e per il personaggio della governante, che per me dovrebbe essere tenuta presente per un premio di interpretazione.
Molto valida è anche "Periferia 2020" di Alessandro Mestichelli che l'interpreta con l'interessante Caterina Misasi. Una storia d'amore alla Blade Runner, il celebre film di Ridley Scott dell' '82, ambientata in un futuro prossimo venturo, in un semidesertico e notturno paesaggio di periferia, squallido, dove al protagonista appare la visione di una R.i.n.a., tra gli ottimi passaggi musicali mimati molto bene dalla protagonista che per me andrebbe premiata per la grazia coreografica-robotica con la quale ha saputo portare in scena il suo personaggio, oltre che per le due doti di interprete. La Rina fa sapere all'innamorato che è disponibile a pagamento per rapporti promozionali senza riproduzione, mentre un robot vero, dietro di loro, illumina questa desolazione.
Non c'è destra e neppure sinistra, ma disagio della partecipazione politica, ne "Il male peggiore" scritto e diretto da Pier Paolo Mocci; una storia vera, come dice il sottotitolo, interpretata molto bene da Giacomo Cannelli e Domenico De Santi. Sono due amici, Stefano e Paoletto che s'incontrano dopo le elezioni. Paolo è preso da un'agitazione convulsa, teso, ansioso. Non sa come rapportarsi a Stefano, il suo migliore amico, su qualcosa che ritiene possa essere una delle più grosse cazzate fatte nella sua vita: aver votato per Berlusconi, uno sconforto, indubbiamente terribile per me e per lui, sottolineato dal grande applauso degli spettatori. Un lavoro che dimostra o vuol dimostrare che ai giovani la politica non interessa più.
Applauditissimi in ogni passaggio Goffredo M. Bruno e Livia Cascarano interessanti "impiegati" di azienda in ristrutturazione e trasformazione di Anna Cantagallo in "Festa d'addio", messa ottimamente in scena da Renato Capitani. Ci troviamo in un ufficio in continua fusione e ristrutturazione dove due impiegati, i superstiti, Lea e Paolo, al momento dell'ennesima festa per un capo in pensione, Vittorio, cercano di organizzargli un regalo adeguato. Una commedia molto moderna e attuale che fotografa il cambiamento del "lavoro", con fusioni e ristrutturazione continue che servono al settore finanziario delle società, non comandate dal dio "mercato", ma che condizionano e rafforzano gli interessi del capitalismo sul mercato: determinato e non determinante. Lea e Paolo studiano con grande capacità interpretativa e caratteristiche umoristiche tutte le possibilità per organizzare questa "festa", cercano di coinvolgere i colleghi trasferiti in società collegate che non ne vogliono sapere e alla fine, restati soli, decidono che l'idea migliore è quella di darsi malati.
Una storia d'amore e d'incomunicabilità è "Ninfale terzo" di Pierpaolo Poggi, ottimamente interpretata da Tiziana Bergamasco e da Giuseppe Lorin che l'ha messa in scena sottolineandola con il flauto di Gaia Fantoni. Una strana storia d'amore che si svolge nell'impianto scenico di Adriana Ruvolo Spiga, uno specchiera antica che riflette luci di candela e il percorso del contorto amore tra i due protagonisti che affidano spesso alle voci fuori campo la loro azione. Una "Scheggia" poco entusiasmante e criptica dopo le prime quattro, nonostante la bravura degli interpreti.

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