"Dante Imaginary conversation " di Luisa Sanfilippo Rec. di F. Campegiani



DANTE, MISSIONE "ARMONIA"
Scritto da Franco Campegiani

Teatro della memoria

VERSO DANTE, IN MISSIONE "ARMONIA" Note su un recente allestimento di Luisa Sanfilippo

Presso il Teatro Tordinona in Roma, nell’ambito della nona edizione del Festival della Drammaturgia Italiana, intitolata Schegge d’autore ho avuto modo di apprezzare “Dante, imaginary conversations" di Luisa Sanfilippo (Luisa G. Trovato), scritto e interpretato dalla medesima, curatrice anche della regia con l’ausilio di Vincenzo Sanfilippo.
Particolarmente apprezzato da pubblico e giuria, l’atto allegorico, che si avvale del progetto scenografico dell’artista Vincenzo Sanfilippo, consiste in una onirica conversazione con Dante, che appare in realtà muto e imbronciato sulla scena, mentre un contorno di bizzarre e vocianti figure femminili gli alita accanto nella speranza di rasserenarlo e di rendergli pervio il cammino.
Siamo sul mare, nell’immensa distesa d’acqua che richiama l’infinito. Ovunque e in nessun luogo si trova la Commentatrice, figura centrale della fiaba onirica; e in tale situazione non può non venire alla mente Dante, l’esule per eccellenza, il grande viaggiatore, nel suo periplo di conoscenze intorno all’animo umano: “Dante, Dante… Vedi il mare? Non è meraviglioso? Non è di un azzurro intenso? Osservane i riflessi. Ascoltalo. E prova a guardarti attentamente. Guarda dentro di te, Dante”.

E’ l’epopea del viaggio, un invito a fare il vuoto mentale per potersi immettere nel mare autoanalitico, dove svolgere un percorso di ricche meditazioni interiori. In questo viaggio si è come sospesi tra il qui e l’oltre, tra desideri opposti di approdi e partenze, in un andirivieni incessante di onde, senza fine. E’ l’incontro/scontro, in chiave archetipica, tra due visioni del mondo – quella maschile e quella femminile – distinte e complementari.
Il cielo e la terra, lo yin e lo yang, si contendono il campo, ma si conciliano alla fine tra di loro, rigenerando in Dante il desiderio di nuove battaglie e nuove avventure. Da un lato la psicologia maschile dell’altrove, nomade e proiettiva; dall’altro la psicologia femminile dell’hic et nunc, stanziale, introiettiva. Da un lato la visione metafisica e dall’altro quella ctonia del mondo e della vita, destinate ad incontrarsi in un progetto di pace e d’armonia.

Due sono le presenze femminili che circondano Dante, eternamente crucciato e deluso, fin quando non riusciranno a farlo "ridere e cantare", felice di questa nuova prospettiva. Abbiamo l’Angelo-Guida, severo e ieratico, che, pur aiutando il Poeta a trovare la propria via, non riesce a farlo sussultare più di tanto, se non – lievemente – pronunciando il nome di Beatrice. E c’è poi la Veggente, impertinente e beffarda, cui tocca di predire a Dante la sua Missione Fatale. Rivela, la Veggente, che l’accadimento straordinario consisterà nel sacrificio del Sommo Vate, nel suo dover morire fisicamente per rinascere spiritualmente “nel Luogo Sacro dove ogni difficoltà si appiana” e dove, “tra angeli danzanti e raggi di luce”, apparirà realmente Beatrice, impossibile amore terreno, ma concreto archetipo di pace nel mondo senza peso. Da lì, da quell’oceano di luce e d’amore, l’armonia invaderà finalmente e stabilmente anche gli umani, liberati dal destino di guerre che si sono creati.

E’ questa la nobile, entusiasmante Missione che la Veggente rivela al Poeta, rincuorandolo e cancellando dal suo volto quell’espressione triste e inamovibile con cui lo conosciamo. “A te non basta, gli aveva detto l’Angelo-Guida, la gratificazione di essere considerato Poeta sovrano, immenso, uomo di pensiero, di scienza. Tu necessiti di essere imbevuto di forze straordinarie, di grosse motivazioni”. E’ ciò che accade ai benefattori del genere umano, costretti a pagare con la vita l’altezza dei loro ideali.
Non nuova a lavori di grandi sollecitazioni poetiche e umane, Luisa Sanfilippo è autrice, attrice e performer molto nota nell’ambito della post-avanguardia dell’area teatrale romana. Tra i suoi spettacoli: I piaceri di un sogno fatto in Sicilia (Premio Sirena di Palinuro); Il tempo sbandato (Premio Fondi La Pastora); Dora Maar, musa inquieta di Picasso (Premio speciale Schegge d’Autore, Spettacolo segnalato dalla rivista InScena nell’ambito dei Premi ANCT, Palermo 2008). Ha inoltre partecipato agli sceneggiati RAI Le uova fatali di Bulgakov, regia di Gregoretti e Singolare avventura di Francesco Maria, regia di Muzii. Sue le commedie: Acque (Eurasia), Il divieto (Dismisuratesti), Cuori semplici e intelletti lacerati(Sipario-Testi).
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