Scena & Schermo 2008 parte 2°




Secondo gruppo delle "SCHEGGE" al Tordinona fino al 27
PREVALE L’INTUIZIONE ARTISTICA DELL’ "AUJOURD’UISME"
di Carlo Rosati


80426 – Secondo gruppo delle "Schegge" al Tordinona fino al 27: PREVALE L’INTUIZIONE ARTISTICA DELL’ "AUJOURD’UISME"

Con il testo di Anna Cantagallo proposti "Dissolvenza", "Medea alla luna", "L’isola" e "Once in Holliwood".

di Carlo Rosati

Roma (26.4.08) – Secondo turno delle "Schegge d’autore" in un Tordinona colmo di partecipi spettatori, in parte interessati, ma tutti presenti sino alla fine. La serata, che verrà replicata fino a domenica 27 aprile, inizia con "Dissolvenza" di Alessandro Veronese che lo allestisce sulla scena con Francesca Gavazzi e Giulia Gibbon. Le protagoniste sono due sorelle, Sara e Claudia, rimaste sole dopo la morte della madre che si è uccisa, dopo la morte del padre, con un supercocktail di tranquillanti, otto anni fa. Sono legate, e nello tesso tempo scisse dal trauma dell’orribile suicidio della madre. Claudia, la più grande, ha reagito negando la drammatica verità, chiudendosi in un ostinato mutismo e regredendo ad uno stadio infantile. Sara, ancora minorenne, ha provato a prendersi cura della sorella, senza riuscire però a sostenerne il peso: depressa e anoressica. Si propongono nella loro follia. Da una parte i giochi infantili di Claudia, dall’altra la depressione di Sara. La loro esistenza di dipende dall’assunzione di farmaci. Quando si ritrovano dividono le loro venti pillole, le assumono, finiscono la loro vita come la madre, in una dissolvenza fatale.

Più articolato, forse sopra le righe, appare "Et voilà l’aujourd’uisme" di Anna Cantagallo, interpretato da Chiara Politane, Carlo Altomonte ed Emanuele Piemonti, con l’opportuna messa in scena di Giulia Altomonte che presenta l’interno di una piccola galleria d’arte, con le opere di Baroncelli, uno scultore che la gallerista, Eleonor, la quale si esprime con molti francesismi tiene in frigo da quattro anni, mentre in "studio" propone il "cessetto" del grande scultore Baroncelli. Cerca un altro artista tramite il suo assistente, Ivo, che gli ha scovato un pseudoartista, un bancario prossimo alla pensione, che si dimostra così malmesso che le sue opere potrebbero già essere considerate postume. Arriva con i suoi acciacchi, un incipiente raffreddore e continui fazzoletti colorati che lascia da ogni parte, tanto cje prende anche il fazzoletto rosso sul tavolo della galleria: un’opera che Eleonor afferma essere un a scultura del grande Jaro: una specie di "merda d’artista" di Manzoni. Una galleria che in quel momento presenta però i fazzoletti usati dal nuovo arrivato su una cornice vuota che si illumina di colori: un vero "capolavoro d’artista" per Eleonor che inventa per lui un nuovo movimento: quello dell’ "aujourd’uisme".

Terza scheggia è "Medea alla luna" di Francesca De Rossi che la mette in scena per Anna Maria Severini, nel ruolo di Lara, un’aspirante attrice che è in attesa di un provino. Un ottimo assolo d’attrice, la quale rivela tutta la sua labilità di donna, quello di lasciar stare ogni cosa, cedere, rinunciare ad ogni azione, sentirsi sicura soltanto nel proprio nido, nella sua casa, dove si sente sicura, tanto che le viene da piangere. Alla fine arriverà il provino, la Medea, in nero, il suo amore per Giasone: un testo per una buona interpretazione, molto apprezzata dal pubblico.

"L’isola" di Roberto Morpurgo, con Francesco Colosimo, ci propone un uomo, un attore, che si trova su un'isola leggendo o rileggendo fogli scritti da lui e contenenti i frammenti di un romanzo che narra del suo sbarco e della sua permanenza sull'Isola. Una "scheggia" tra realtà e fantasia, ben interpretata da Francesco Colosimo, sempre in bilico tra il naufrago e lo scrittore.

Più complessa si presenta "Once in Holliwood" di Fabrizio Caleffi, con Fabrizio Caleffi che l’interpreta con la regia di Monika Nagy. Il protagonista è un regista cinematografico, continuamente ubriaco, che un tempo era promettente, ma ormai è dimenticato: Nicky Sarno, Nicky, o Nick. Il suo film era tratto da un romanzo che ottenne, quarant’anni fa, un grande successo: Myta Murderbridge. Ritrovato dal critico Gheronzi, Sarno è condotto davanti al pubblico per un incontro che diventa un vero jeu de massacre, ma non solo per lui, anche per la platea, gli spettatori, che non partecipano alla conferenza o al convegno stampa.

Dal prossimo lunedì 29 aprile, e sino al 1° maggio, verrà proposta al Tordinona la terza serata di "Schegge 2008" che presenterà "Il senso del vuoto" di Castagneri (fuori concorso), "Prigioni di stoffa" di Alessandro Iori. Luisa Sanfilippo proporrà il suo "Dora Maar", mentre Lucia Lasciarrea "La moglie che dormiva sulle montagne".

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