Rec. InScena Dora Maar di R. Aufiero



Due intelligenze in una : "Dora Maar" di e con Luisa Sanfilippo
di Raffaele Aufiero

DUE INTELLIGENZE IN UNA
Dora Maar (Musa inquieta di Picasso)
Di e con Luisa Sanfilippo
Progetto scenico di Vincenzo Sanfilippo
Prod. “Schegge d’autore”. Roma. Teatro Tordinona (e tournée)

La storia che Luisa Sanfilippo, autrice e interprete, porta sul palco del Tordinona nel corso del Festival di Corti Teatrali “Schegge d’Autore”, compendia in circa mezz’ora di spettacolo le fasi salienti dell’attività artistica di notevole rilievo di Dora Maar (fotografa, pittrice, poetessa) e sostiene l’annuncio di una questione femminile incastonata in una felice stagione di avanguardie europee. Il lavoro costruito con sapiente gestione delle fonti e accorto uso della drammaturgia da Luisa Sanfilippo è stato poi condotto con abile e misurato senso della scena dalla stessa autrice che ha così realizzato una perfetta simbiosi tra testo e interpretazione. La recitazione, sempre molto attenta ai risvolti psicologici dell’avventura amorosa di Dora, è stata condotta su un registro particolarmente brillante, quasi irriverente, a sostegno di un jeux che è prima di tutto culturale (un pastiche, quasi in omaggio a quelle avanguardie europee che evoca) e perciò apprezzato anche dal pubblico che non vi ha letto la solita biografia drammatizzata alla maniera di un asfittico documentario, ma la restituzione integra di un’avventura umana e culturale che ha per protagonisti personaggi eccezionali. Da manuale la scena nella quale la protagonista si esibisce vezzeggiante, alla maniera di una materna compitatrice di sillabe colorate ricordando Picasso-bambino: “Era nato pittore” racconta Dora Maar, imitandone i vagiti cromatici quali primi suoni della lingua, in una semantica del colore e dei significati ad esso connesso.

La piecé, nella sua pregnante espressività, vuole evidenziare il coraggio, la tenacia, il talento artistico di una donna, per sette anni compagna e musa ispiratrice di Picasso, ma preda del suo genio crudele. Una lavoro pertanto speculare, quello di Dora e Pablo che nella realizzazione del dipinto Guernica (1937) conducono una ricerca doppia e convergente: Picasso con la pittura e Dora Maar documentando attraverso un reportage fotografico la genesi dell’opera pittorica. E non solo. E’ ispirato al suo viso l’immagine della donna che regge la lampada al centro della tela. E’ lei che ha dipinto le minuscole linee che formano il manto del cavallo, << ho capito come vuoi che siano dipinte, lascia che sei stanco, riposati un po’: faccio io>>. E’ lei che ha saputo, prima ancora che Picasso cominciasse a tracciare una sola linea, che quel dipinto monocromatico, come il bianco nero delle sue fotografie, sarebbe stato un’altra cosa, un dipinto diverso da tutta la produzione altamente cromatica e sanguigna del pittore spagnolo. E perciò che ha ripreso in mano la sua Leica e ha scattato tutte le fasi realizzative, dal primo abbozzo fino all’opera finita, costituendo un album fotografico di oltre sessanta fotografie di particolari dell’opera come work in progress. Perciò una nota a parte meritano le scenografie ideate e realizzate da Vincenzo Sanfilippo, che è anche il curatore artistico della messa in scena. A questo proposito bisogna sottolineare che esse non sono un semplice corredo visivo di una scena altrimenti vuota, e né un presupposto per attirare l’attenzione del pubblico su figurazioni importanti, (come la riproposta scenica della grande tela Guernica, di Pablo Picasso,) ma l’espressione allegorica, in forma artistica, che coniuga una vera e propria ricerca plastica-scultorea catapultata all’interno di un testo drammaturgico articolato sulla recherche delle sensazioni, dei pensieri, dei dialoghi, dei sostrati artistici i cui flussi di coscienza dei recitativi si liberano per articolarsi in scrittura finalizzata a raccontare la loro vita artistica.

Le parole corredate dalle quadrerie di immagini si snodano fluide l’una dopo l’altra interrotte ora da un pensiero, ora da un ricordo che si fa pizzicato suadente di chitarra classica (su brani di Augustin Barrios). La reviviscenza di quella felice stagione tra Dora e Pablo viene costantemente riportata dalla Sanfilippo entro le coordinate che l’hanno generata: quel punto focale d’azione costituito in scena dalla visione profetica di Guernica, opera simbolo che con le sue immagini sconvolte dal dramma condannava lo scatenamento di forze oscure attraverso le atrocità dei bombardamenti bellici su popolazioni di civili. Picasso e Dora Maar lavorando insieme a Guernica vollero con la loro protesta civile avvertire l’ ”umanità” dei disastri che da lì a qualche anno avrebbero oscurato città europee come Varsavia, Rotterdam, Coventry, Sidice, Auschwitz, e tanti altri luoghi di olocausto dove in quel periodo la libertà è stata assassinata. La novità di questo nuovissimo allestimento di Vincenzo e Luisa Sanfilippo consiste nell’aver presentato al pubblico una Dora Maar inedita che racconta la sua intimità con Picasso, alzando il velo sui segreti del suo atelier e sul suo modo di rapportarsi con la psicologia prismatica dell’artista spagnolo. Uno spettacolo molto applaudito, anche durante l’evolversi dei vari quadri scenici. Il pubblico del Tordinona ha apprezzato la scrittura scenica ricca e articolata finalizzata nell’intento nobile e rivoluzionario di interpretare la vita e il creato con una sola intelligenza, visionaria più scientifica, onirica più che realistica, assoluta più che analitica.
Share on Google Plus

0 commenti:

Posta un commento