Scena & Schermo 2007 parte 2°








70428 - Il secondo gruppo delle "Schegge d'aitore": TRA IRONIA E ASSURDO.
Si segnalano le prove di Sara Calanna per "Duetto" e della brillante Chiara Hervatin in "Enciclostetica".

di Carlo Rosati

Roma - Ironia e assurdo, con il grottesco delle situazioni e degli atteggiamenti, sono due dei più importanti ingredienti del teatro ed hanno in parte caratterizzato la seconda giornata dei corti di queste "Schegge d'autore" che si svolgono al Tordinona fino a domenica 29 aprile.
La serata è iniziata con "Metroironia" della giovanissima Livia Ferracchiati che lo mette in scena e interpreta unitamente a Patrizia Bianchini, Elena Costanzi e Giulia Torricelli. Sono quattre ragazze su una metropolitana e, una per volta, si staccano dal quadro iniziale per comunicarci pensieri e ansie, nevrosi e stati d'animo. Inizia la contorta psicologa, che dimostra di avere più di un problema, si passa alla ragazza che uccide i conigli, poi c'è l'asessuata che vorrebbe confessare alla madre la sua voglia di essere e di non rientrare in un categoria, mentre l'ultima rimasta nel vagone scrive la sua lettera a Dio. Un buon lavoro che non decolla, come dovrebbe, perché secondo me pecca di schematismo, stacca quattro mini monologhi, dei quali ho apprezzato la terza e quarta interprete: l'asessuata e quella che scrive la sua lettera a Dio.
Una grande ovazione ha salutato Sara Calanna che ha presentato il suo "Duetto" nella doppia parte della portiera Franca e della maestra Teresa, due madri del primo dopoguerra romano, con due figli, Franco e Andrea. Franca ricorda la sua vita con il suo colorito linguaggio popolare, Teresa nella sua riservatezza e con le sue titubanze, la prima che è stata posseduta e non gli piace più fare all'amore, la seconda vive in una casa piena di libri che Franca non sa leggere tanto che porta la lettera del suo Franco alla Maestra: ma la guerra le accomuna nel loro unico destino di madri.
Molto applaudito anche il grottesco "Oscurità" del giovane Gabriele Carbotti che lo dirige e interpreta unitamente a Maura Bonelli, Sara Ciacci, Fabrizio D'Alessio, Ilaria Fioravanti e Giuliana Meli. La scena ci propone l'interno di una strano bar dove Olaf entra con un sacco della spazzzatura nel quale nasconde un cadavere. Nel locale c'è il barista, muto, e arrivano le due strane e abituali clienti che sembrano conoscere tutte le paure di Olaf, il quale si rivolge al "pacco" affermando che questa sera lei era proprio bella: è stato il diavolo a guidargli la mano. Subito dopo, però, la sua attenzione viene attirata dalla nuova arrivata che lo porterà via, mentre le clienti commentano la fine di Olaf ad opera della donna.
Ambientato nel mondo del calcio è "Valentino" di Luigi Scartocci interpretato da Fabrizio Rendina e Manuela Befani. Li troviano in uno stadio vuoto alla fine di un derby pesantamente perso dalla loro squadra e l'uno e l'altra parlano male di questi calciatori superpagati, senza personalità e senza bandiera, molto differenti da quelli di una volta, come fa rilevare l'anziano, quando giocava il grande Torino, con capitan Mazzola, "Valentino", come al titolo di questo spettacolo che alla fine riserva oltre ad un linguaggio troppo alto, lontanissimo da un bar dello sport, un'altra sorpresa. L'anziano sportivo è cieco: non vede, ma sente lo sport, e viene interpretato molto bene da Fabrizio Rendina.
Più brillante, più assurdo, più musicale si rivela il lavoro scritto, interpretato e messo in scena da Vito Caporale e Chiara Hervatin che non per nulla inventano un titolo che è paradossale: l' "Enciclostetica" come teoria degli opposti. Siamo in una casa della campagna inglese e la moglie, l'unica presente, denuncia l'omicidio del marito e assurdamente si veste da sera per accogliere l'ispettore che con assurde domande le fa confessare di aver commesso lei il delitto; anzi, un momento dopo, il contrario. Un lavoro molto brillante che rivela la naturale predisposizione comica di Chiara Hervatin e la sua lucidità ioneschiana in una continua affermazione della sua colpa e del suo contrario: una brillante e divertente "Enciclostetica".
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