Recensione di Mauro Corso

Recensione da www.teatroteatro.it


Sottosopra
di Germana Angelini
con Germana Angelini e Kira Ialongo
Sottosopra è un interessante esperimento di riduzione ai minimi termini dello spazio scenico. I due personaggi di questa curiosa piéce, nervosi e scattanti, limitano la loro presenza ad un tavolo che si trova al centro della scena, un non-luogo da cui si rifiutano di scendere per motivi misteriosi. Ci troviamo dunque di fronte ad una parafrasi della nevrosi contemporanea, in cui ogni minimo sconforto può essere ragione di “paurina”, “paurona” o dell’apparentemente più semplice, ma molto più strisciante ed insidiosa “paura”. Germana Angelini e Kira Ialongo sono abili nel costruire una curiosa coreografia “da tavolo”, dimostrando una grande capacità non solo nella recitazione ma anche nella gestione della propria fisicità. Ironico e disarmante il finale.

Le messe in piega
di Lina Maria Ugolini
con Tiziana Bellassai, Anna Caruso, Mario Caruso, Joe Schittino
I temi principali di questa piéce evocante atmosfere da Club Mediterranée sono le onde: fluenti sui capi di attempate villeggianti e salmastre e spumose nelle distese marine. La costruzione della perfetta messa in piega è oggetto di preoccupazione di tre donne provenienti da altrettante regioni italiane, rappresentate dalla multiforme e trasformistica Tiziana Bellassai. Deus ex machina è ovviamente il parrucchiere “marino” Antonio Ciocca, che come ogni dio che si rispetti è pronto a dare la piega, ma anche a toglierla per sempre. Commediola scanzonata e senza pretese che vede la Bellassai gran mattatrice.

Children
di Antonio Tramontano
con Adelina Criscuolo, Aniello Pecoraro, Stefania Salese, Jada Tedesco, Antonio Tramontano
Con Children ci troviamo di fronte ad una forma di spettacolo che unisce talenti e forme espressive diverse. Il tema è quello dell’infanzia, significativamente assente dalla scena ma costantemente evocata da oggetti, situazioni e accenti accorati nei confronti di un’età sempre più “invisibile” ed “offesa”. Quadri viventi, danza, pittura on stage e monologhi sentiti movimentano una scena molto riuscita sia individualmente che coralmente. Solo la virata “partenopea” sembre spinta all’eccesso nella conclusione di un lavoro comunque significativo.

Un eroe (fuori concorso)
di Carlangelo Scillamà
con Monica Menchi
Quello che torna vividamente alla memoria di fronte a questa piéce di Carlangelo Scillamà è la “Ballata dell’eroe” di Fabrizio De Andrè, con particolare riferimento ai versi: “lei che lo amava aspettava il ritorno?/ d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà?/ se accanto nel letto le è rimasta la gloria /?d'una medaglia alla memoria”. Queste parole riassumono egregiamente questo monologo di una vedova che ha perso il marito in battaglia, sospesa fra rabbia e dolore. Purtroppo “Un eroe” punta in alto ma non riesce a librarsi, proprio in quanto eccessivamente legato a schemi già consolidati. Monica Menchi sembra quasi ingabbiata in un personaggio che ne limita i movimenti, che risultano così meccanici ed innaturali.

L’ultima replica (fuori concorso)
di Lucio Castagneri
con Roberto Belli, Roberta Marcucci, Claudia Potenza
Come fa un attore a fissare una volta per tutte il limite fra la sua sfera più intima ed il personaggio che sta interpretando? “L’ultima replica” esplora i confini tra realtà e finzione sulla pelle di tre attori che sono stati dilaniati da una interpretazione troppo intensa della Salomè di Wilde. Erode, Jonachaan e la figlia di Erodiade diventano quindi espressione di una lacerazione dell’io apparentemente insanabile. Al di là delle interpretazioni più che discrete dei singoli attori, “L’ultima replica” non riesce ad arrivare ad una chiusura perfetta ed un gusto eccessivo per il disorientamento dello spettatore suona quasi come un virtuosismo.

(Mauro Corso)
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