Salto Mortale di Horowitz

di Vittorio Borgioli - Teatro della Cometa - Roma 25.02.02









" Salto Mortale", una commedia brillante e moderna di Horowitz

al Teatro della Cometa a Roma.

                                                                                      di VITTORIO BORGIOLI

L'illusione dei piaceri di Parigi fa bene all'amore della Terza Età 
Gli entusiasmi, le ansie e le paure di un settantenne nel rapporto con una vedova di qualche anno più giovane di lui e con sopite ma non spente velleità affettive.
Ottima lo regia di Claudia Del1a Seta, squisita la recitazione di Valeria Valeri e del suo partner Mauro Marino.

Valeria Valeri non delude mai gli spettatori. La Sua presenza in scena è un riferimento sicuro per trascorrere una piacevole serata a teatro - Quando poi interpreta un testo moderno e raffinato - come "Salto Mortale " di Daniel Horowitz, in carte1lone al "De1la Cometa" di Roma - fa correre sull'epidermide quel brivido che traspone la prosa in poesia, secondo il concetto del celebre drammaturgo Gabriele D'Annunzio - da tempo posto nel cassetto - a proposito del suo "Innocente". La gamma dei toni elevata all'ennesima potenza dalla Valeri - affiancata da un attore di grande esperienza, Mauro Marini, anche eccellente doppiatore - ha permesso una messinscena delicata ed attenta, dal linguaggio semplice ed agile, ma scandita dai tempi sincronizzati su1 meccanismo del teatro brillante. 
L'armonia di un ambiente ebraico proposto dal contesto scenografico crea l'atmosfera adatta alla comprensione de11' incomprensibile sentimento dell'amore nella terza età, che sfida il tempo con le sollecitazioni emotive.
La storia narra dell'incontro - o del reincontro - casuale di una donna matura, Helena, ancora piacente, maliziosa e timida ( e che avverte ancora quelle inquietudini sopite ma non spente) e un uomo, Ernest, vivace sognatore, che pur lasciando intuire di aver raggiunto la pace dei sensi, si mostra vigoroso e intenzionato a non sprecare il tempo che ha davanti a sé, facendo affidamento sulla prestanza fisica che ancora gli resta. 
Il proposito di un viaggio a Parigi lo solletica al punto da imporlo, come un tormentone, a Helena. Tra i due, l'inizio del rapporto è impacciato e scontroso, ma entrambi intravedono la sua evoluzione, probabilmente piacevole.
Nasce un affetto che si trasforma lentamente in un amore platonico con qualche possibile deroga intravista da lei, più incline ad un approfondimento del legame. 
A settant'anni lui si comporta come un adolescente intraprendente , ma consapevole di una possibile ansia da prestazione e storna il discorso sui piaceri di Parigi, le luci il fascino dei boulevard, le strade strette del Quartiere Latino, la Senna , le passeggiate lungo Champs Elisèe, i caffè di Montartre e di Saint Germain pieni di gente, la Tour Eiffel - ma quest'ultima attrazione sarà meglio
1asciar1a per ultima - troppo alta e con brutte suggestioni : " il salto mortale"
Si, tutto è bello a Parigi - soggiunge Lei - ma 1a sera quando rientriamo in albergo che cosa facciamo? " 
Non ci pensare - dice Lui - prenderemo camere separate "
Si - ancora Lei - ma quanto vicine ? "
In questo sottile gioco di battute, nel vortice dolce-amaro dei sentimenti di un amore appena fiorito, ma irrimediabilmente stagionato, è racchiusa l'anima della commedia. 
L'uomo le mostra i biglietti dell'aereo, bisogna preparare solo le valigie, anzi no !, meglio non portarsi nulla. 
Allora si va a Parigi !
Le luci si spengono, dal palcoscenico, oscuro, vengono voci e suoni della Ville Lumière.
La ribalta si riaccende, Ernest ha la gamba destra ingessata e si muove su una carrozzella, ma i due continuano a sognare e a far progetti.
La deliziosa recitazione di Valeria Valeri - ancor più incisiva col passare del tempo e quella del suo partner, Mauro Marino, ben cadenzata e pulita, .più di quanto era lecito aspettarsi, danno il sale al1a pièce di Horowitz.
Un autore dalla scrittura moderna e intelligente, che intuisce l'effetto della battuta mentre la concepisce.
I due attori hanno avuto il merito di riproporle con lo spirito suggerito dal copione, sapientemente tradotto da Claudia Della Seta, che firma anche la regia.
"Il mio incontro con Horowitz - dice nella sua nota la regista - e la possibilità di parlare con lui quotidianamente ha agevolato la delineazione del disegno registico.
Così Claudia Della Seta ha fatto centro. Ha offerto al pubblico un prodotto teatrale di cui si sentiva il bisogno. Allegro. ma non troppo. La giusta misura per tentare di colmare quel vuoto che ancora persiste nel mondo della drammaturgia proposta alle platee di oggi . Un teatro accattivante e divertente che toglie un po' di ansie all'altalena della vita di ogni giorno.

                                                                                               Vittorio Borgioli
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