Luigi Lunari è nato a Milano nel 1934. Si laurea in legge a Milano, si diploma in "common law" a Londra, studia composizione e direzione d'orchestra all'Accademia Chigiana di Siena. E' stato giudice di pace.
Si occupa di teatro in varie direzioni, dedicandosi per periodi di varia durata all'insegnamento universitario, alla saggistica, alla critica. La lunga permanenza su questa terra gli ha permesso di essere testimone - e in qualche misura attivo protagonista - della grande trasformazione che il teatro ha vissuto nella seconda metà del Novecento e di questo inizio del terso millennio: sia sul piano organizzativo e strutturale, sia per quello che riguarda ogni teoria dello spettacolo e la stessa drammaturgia. Per vent'anni dal 1961 al 1982 - collabora con Grassi e Strehler al Piccolo Teatro; è stato anche docente universitario, critico teatrale e musicale, traduttore di più di centocinquanta opere teatrali ("senza intimorirsi di fronte a Shakespeare e senza arricciare il naso davanti a Neil Simon"). Vastissima anche la sua attività saggistica, dedicata in particolare a Goldoni, Molière, Brecht e al teatro inglese dell'Otto e Novecento.
Autore di notevole eclettismo, scrive fortunati originali televisivi ("Dedicato a un bambino", "Accadde a Lisbona", "Le cinque giornate di Milano"), e una serie di commedie di deciso impegno civile e di satira politica, quasi tutte ispirate alla realtà sociale italiana: da "Tarantella con un piede solo" a "Non so, non ho visto, se c'ero dormivo", da "I contrattempi del tenente Calley" a "L'incidente", "Il senatore Fox", "Sogni proibiti di una fanciulla in fiore", "Nel nome del padre", "Tre sull'altalena". Quest'ultima commedia - dopo un clamoroso successo al Festival di Avignone nel 1994 - si è imposta come un grande successo internazionale: è stata tradotta in venticinque lingue ed è correntemente rappresentata in tutto il mondo. Il successo di "Tre sull'altalena" ha attirato l'attenzione del teatro mondiale su altre commedie di Lunari: alcune di queste - quali ad esempio "Il senatore Fox", "Nel nome del Padre" e "Sotto un ponte, lungo un fiume..." - sono state rappresentate a Parigi, Tokyo e New York. Tra i suoi ultimi testi, "Il canto dei cigno", "Tutti gli uomini di Annalisa" e "L'ultima vittoria". Al di fuori dell'impegno drammaturgico ha scritto tra l'altro una "Breve storia del teatro", una "Breve storia della musica - Da Orfeo a Michael Jackson", una storia del "Teatro Veneto", un saggio su "Maria di Nazareth", e tre romanzi: una saga storica su "Hernan Cortés e la conquista del Messico", un travolgente "Il Maestro e gli altri", e "Scveik a New York". Nel 2009, per Time Book ha curato anche un rivoluzionario "Elogio della Recessione", attribuendone prudentemente la paternità a un Anonimo Lombardo. Nel 2012 è uscito un suo provocatorio "La Democrazia: una signora da buttare". Nel 2013 ancora Book Time ha pubblicato i due testi scritti negli anni '60 per il quartetto dei Gufi: "Non so, non ho visto, se c'ero dormivo" e "Non spingete, scappiamo anche noi". Nel 2014, infine, il suo ultimo testo teatrale: "Amor sacro, amor profano".
Si occupa di teatro in varie direzioni, dedicandosi per periodi di varia durata all'insegnamento universitario, alla saggistica, alla critica. La lunga permanenza su questa terra gli ha permesso di essere testimone - e in qualche misura attivo protagonista - della grande trasformazione che il teatro ha vissuto nella seconda metà del Novecento e di questo inizio del terso millennio: sia sul piano organizzativo e strutturale, sia per quello che riguarda ogni teoria dello spettacolo e la stessa drammaturgia. Per vent'anni dal 1961 al 1982 - collabora con Grassi e Strehler al Piccolo Teatro; è stato anche docente universitario, critico teatrale e musicale, traduttore di più di centocinquanta opere teatrali ("senza intimorirsi di fronte a Shakespeare e senza arricciare il naso davanti a Neil Simon"). Vastissima anche la sua attività saggistica, dedicata in particolare a Goldoni, Molière, Brecht e al teatro inglese dell'Otto e Novecento.
Autore di notevole eclettismo, scrive fortunati originali televisivi ("Dedicato a un bambino", "Accadde a Lisbona", "Le cinque giornate di Milano"), e una serie di commedie di deciso impegno civile e di satira politica, quasi tutte ispirate alla realtà sociale italiana: da "Tarantella con un piede solo" a "Non so, non ho visto, se c'ero dormivo", da "I contrattempi del tenente Calley" a "L'incidente", "Il senatore Fox", "Sogni proibiti di una fanciulla in fiore", "Nel nome del padre", "Tre sull'altalena". Quest'ultima commedia - dopo un clamoroso successo al Festival di Avignone nel 1994 - si è imposta come un grande successo internazionale: è stata tradotta in venticinque lingue ed è correntemente rappresentata in tutto il mondo. Il successo di "Tre sull'altalena" ha attirato l'attenzione del teatro mondiale su altre commedie di Lunari: alcune di queste - quali ad esempio "Il senatore Fox", "Nel nome del Padre" e "Sotto un ponte, lungo un fiume..." - sono state rappresentate a Parigi, Tokyo e New York. Tra i suoi ultimi testi, "Il canto dei cigno", "Tutti gli uomini di Annalisa" e "L'ultima vittoria". Al di fuori dell'impegno drammaturgico ha scritto tra l'altro una "Breve storia del teatro", una "Breve storia della musica - Da Orfeo a Michael Jackson", una storia del "Teatro Veneto", un saggio su "Maria di Nazareth", e tre romanzi: una saga storica su "Hernan Cortés e la conquista del Messico", un travolgente "Il Maestro e gli altri", e "Scveik a New York". Nel 2009, per Time Book ha curato anche un rivoluzionario "Elogio della Recessione", attribuendone prudentemente la paternità a un Anonimo Lombardo. Nel 2012 è uscito un suo provocatorio "La Democrazia: una signora da buttare". Nel 2013 ancora Book Time ha pubblicato i due testi scritti negli anni '60 per il quartetto dei Gufi: "Non so, non ho visto, se c'ero dormivo" e "Non spingete, scappiamo anche noi". Nel 2014, infine, il suo ultimo testo teatrale: "Amor sacro, amor profano".
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